Scambiati i regali e
terminati i festeggiamenti per l’anno nuovo, è già arrivato per molti il
momento di riprendere tutto ciò che è stato interrotto per le varie festività.
Vale anche, ovviamente, per due giovani ragazze di Parma: Giulia Bertoluzzi e
Costanza Spocci. Per riprendere la loro routine lavorativa, se così si può
chiamare, non aspetteranno l’epifania: da lavoratrici “fuori sede” hanno già un volo per il Cairo che le aspetta.
Entrambe hanno
cominciato meno di un anno fa a lavorare per un quotidiano on line egiziano (www.hoqook.com), curando e sviluppando la versione in lingua inglese del giornale (http://www.facebook.com/hoqookinternational). Amiche da
anni e cresciute entrambe a Parma, hanno percorso sentieri diversi per arrivare
allo stesso punto.
Giulia, dopo essersi laureata in Lingue e Culture Europee e aver
conseguito una laurea specialistica a Bruxelles, ha deciso di continuare il suo
percorso di crescita professionale in diverse città europee. Prima, a Berlino presso
l’Istituto di Diplomazia Culturale come stagista, poi per un ente istituzionale
a Bruxelles, per poi concludere in Olanda, lavorando per una World Fair Trade
Organization. A quel punto il desiderio di Giulia era quello di riuscire svincolarsi
dal canale europeo per provare a inserirsi nel mondo mediorientale, in
particolare in quello dei media. Dopo diversi tentativi arrivò finalmente
l’occasione che le permise di realizzare il suo sogno di scrivere e di iniziare
la sua collaborazione con la redazione di Hoqook.com.
Costanza, invece, dopo la laurea in Scienze politiche e un master presso
l’Università di Forlì, ha seguito lo stesso impulso e ha cominciato il suo
viaggio tra India, Afghanistan e Marocco. Quest’ultimo ha scatenato in lei la
voglia di conoscere ancora meglio il mondo arabo, portandola a fare la valigia
e volare verso il Cairo. Lì ha incontrato un vecchio amico conosciuto in
Marocco che le ha parlato del progetto in lingua inglese di Hoqook.
Ritrovatesi, quindi, in Egitto hanno unito la loro voglia di crescere e
di guardare oltre. Quindi, Giulia e Costanza, insieme ad altri giovani tra
giornalisti e fotografi, hanno creato una sorta di associazione, spiega Giulia: - «Lavorare con il giornale ci ha sicuramente
arricchite, soprattutto ci ha insegnato come funziona il canale distributivo
delle informazioni in un’ottica interna al sistema. Ci siamo però convinte a
creare un qualcosa di alternativo, una sorta di gruppo, di società nella quale
si ricercano e divulgano immagini e video alternative ai media tradizionali.»
«Questa è l’era delle immagini» - continua Giulia - «e la nostra, è una
società per immagini, così il modo migliore per comunicare e per far arrivare
un messaggio è questo: usare foto e video. Il nostro proposito quindi è questo,
attraverso, sì la parola, ma anche e soprattutto le nostre immagini e i nostri
video parlare al mondo, cercando di arrivare alle diverse agenzie e testate on
line mondiali. Ci siamo confrontate e abbiamo chiesto consiglio a un gruppo di
ragazzi e, coincidenza ha voluto che, proprio uno di questi, fosse di Parma,
per cui una volta tornate abbiamo fissato un appuntamento in città per un
caffè. Ci ha dato diversi consigli oltre a mille incoraggiamenti, avendo lui
già intrapreso un’esperienza simile. Ovviamente ci ha rincuorato ricordandoci
che, nonostante la crisi mondiale, non resteremo mai senza lavoro perché
l’informazione di qualità non avrà crisi di produzione.»
«Partiamo da un budget pari a
zero» - spiega Costanza - «quindi stiamo contattando diversi gruppi che, a suo
tempo, iniziarono come noi: con poco e niente. Ci piacerebbe raccontare il Cairo
usando un filtro diverso da quello di Al Jazira, Al Arabya o, per citare un
canale nazionale, dalla RAI. Partiremo dalle piccole cose, sperando di mostrare
quello che nessuno vede o che non vorrebbe vedere. Ci sono pochi corrispondenti
che non riescono a coprire tutte le varie zone della città e che utilizzano
comunque uno stile un po’ “vecchio stampo”. Gli investimenti di tutte le grandi
testate internazionali, nonostante la già citata crisi, stanno oramai investendo
sul web perché ne hanno compreso l’importanza. Si può avere un pezzo
approfondito con foto e video e ottenere un tipo d’informazione a 360°,
raggiungendo un rapporto più completo tra giornale e lettore.»
La storica riservatezza e ostilità dei paesi arabi nei confronti dei
media e delle informazioni divulgate tramite il web, non spaventa le giovani
parmigiane: - «Oramai tutti i giovani egiziani sfruttano le potenzialità della
rete e comunicano senza più timore, siamo anche incoraggiate dal fatto che la
popolazione è molto sensibile e vigile a quella che è la vita politica e i suoi
sbalzi. Sappiamo così, che il nostro lavoro non cadrebbe nel silenzio.»
Da qualche settimana il Cairo è nuovamente infuocato dalle rivolte
popolari e dalle proteste derivate dall’esito del referendum e dalla nuova
costituzione. Giulia e Costanza non si sentono per niente intimidite dalla
situazione delicata che si è andata creando in questi giorni: - «Sentiamo che
il nostro ruolo è quello di far da ponte. Un ponte tra l’Occidente e il Medioriente:
l’Egitto. Ovviamente cerchiamo di non andare a infilarci in situazioni
pericolose o di correre in piazza se sparano o se è in corso una violenta
rivolta. Si percepisce, a volte, nell’aria una strana elettricità, una sorta di
tensione negativa che magari aleggia per giorni. Noi aspettiamo solo che la
tensione esploda, sperando di non essere lì in quel momento.» - spiega
Costanza.
«Un membro del nostro gruppo» - continua - « ha girato un
video dello scontro che ha poi generato quasi ottantottomila visualizzazioni su
You Tube (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=aIuRc4hIhMw). Questo punto
di vista dello scontro, le interviste strappate sia ai seguaci dei Fratelli
musulmani così come quelle degli studenti laici, non sono mai state mandate in
onda da nessun altro canale nazionale.»
Ripartono quindi queste ragazze, da Parma, dalle loro case con le
valigie cariche di Parmigiano, cappelletti, lambrusco e salame alla volta del
Cairo. Alla volta dei suq, dei mercati egiziani, stracolmi di verdure, di
spezie e di storie. Ripartono con la voglia di scoprire e riscoprire ogni volta
una piazza, Piazza Tahrir, nelle cui fondamenta pulsa un’anima viva e forte.
Nessun commento:
Posta un commento